Le Bibbie evangeliche in italiano sono tutte revisioni di quel capolavoro che fu la traduzione di Giovanni Diodati del 1607. Dopo quattrocento anni, alla Società Biblica Britannica e Forestiera e alla Società Biblica in Italia abbiamo pensato che il protestantesimo italiano fosse maturo per proporre al nostro Paese una nuova versione dagli originali. Vorrebbe essere la traduzione della nostra generazione!
Il lavoro è stato compiuto da un comitato che fosse il più possibile rappresentativo della variegata realtà dell’evangelismo italiano. Ciascuno e ciascuna di noi ha tradotto una parte di Nuovo Testamento, per poi portare tutto in comitato, dove sono state discusse le varie scelte su cui non c’era unanimità. Una volta che una traduzione era approvata dal comitato, veniva inviata agli esperti indicati dalle chiese, che li hanno riletti, facendo le loro osservazioni. A questo punto spettava al singolo traduttore scegliere se accogliere i suggerimenti. Nel corso di tutto il lavoro i membri del comitato hanno avuto accesso a tutta la traduzione tramite il programma Paratext, prodotto dalla Alleanza Biblica Universale, che permette di leggere le traduzioni di tutti e di inserire delle note con i propri suggerimenti.
Quello che distingue la nostra traduzione, almeno negli intenti, è l’attenzione al testo originale, anche se reso in un italiano moderno. Per questa ragione troverete alcune differenze con le versioni a cui siamo abituati. Abbiamo evitato di usare il linguaggio ecclesiastico, e riportato al significato originale alcune delle parole a cui eravamo abituati, anche se questo suona un po’ più “duro” in italiano. Quando era possibile farlo senza andare contro le regole della nostra lingua, abbiamo cercato di mantenere lo stile dell’autore biblico. Nelle narrazioni evangeliche, ad esempio, si è deciso di lasciare il “presente storico” come in greco, per dare al lettore la sensazione dell’originale. Talvolta, invece, noterete p. es. nel vangelo di Marco la ripetizione della congiunzione “e”, elemento semitizzante tipico della lingua di quell’evangelista.
Uno dei principi base della nostra traduzione è, quando possibile, di tradurre sempre allo stesso modo ogni singola parola, per permettere ai lettori di risalire facilmente ai concetti chiave della lingua originale. Le ultime settimane prima della consegna in tipografia, dunque, sono state particolarmente impegnative per il personale della SBBF, che ha avuto il difficile compito di verificare che veramente ci fosse uniformità tra i vari libri del Nuovo Testamento nell’applicazione dei principi interpretativi.
Alla fine, il lavoro è stato davvero collettivo e si è cercato di coinvolgere il maggior numero possibile di persone, anche attraverso la nostra pagina Facebook (“Bibbia Italiana della Riforma”). Vorremmo che questa traduzione fosse veramente di tutti e di tutte noi che la leggiamo. Per questa ragione, l’edizione che tenete fra le mani verrà rivista nel corso del prossimo anno alla luce delle osservazioni dei lettori. Vorremmo davvero che fosse letta e criticata, perché possa essere quanto più possibile espressione delle nostre chiese.
Questo, però, significa anche che si deve conservare un certo grado di tolleranza nei confronti del prodotto finale: nel mondo evangelico italiano abbiamo davvero idee e approcci diversi, che si riflettono anche nella sensibilità con cui leggiamo la Bibbia. Siamo convinti che, ciononostante, valga la pena avere una traduzione che ci accomuni. Speriamo che la Bibbia della Riforma lo diventi.